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Non è mai troppo tardi... una Mostra in Malatestiana

per conoscere il Maestro Alberto Manzi
Una Mostra in Malatestiana (dal 5 al 17 maggio 2012 nell'orario di apertura della Biblioteca) e un progetto didattico in Biblioteca Ragazzi (in occasione del 150° dell'Unità d'Italia)


Chi era Alberto Manzi? Questa domanda dovrebbe essere scontata, almeno per tutte le persone che hanno a che fare con l'insegnamento: in realtà, purtroppo, non è affatto così.
Oggi abbiamo ancora bisogno di ispirarci ad Alberto Manzi, alla sua educazione attiva e ai suoi metodi così innovativi. Il maestro Manzi, a partire dagli anni Sessanta del Novecento ha legato la sua figura alla trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi che ha rischiato di oscurare il resto del suo ampio lavoro. Educatore, scrittore, autore e conduttore radiofonico e televisivo, autore di testi scolastici e fiabe, divulgatore scientifico, sindaco di Pitigliano, ma soprattutto maestro, anzi “Il Maestro”, ispirato dalla frase di Kant “ il maestro non può insegnare pensieri, ma deve insegnare a pensare”.

Nato a Roma nel 1924, figlio di un tramviere e di una casalinga, Alberto Manzi aveva seguito un doppio percorso formativo: l'istituto nautico e quello magistrale, fino a laurearsi prima in biologia, poi in pedagogia e filosofia.
L'avventura professionale di Manzi cominciò nell'Istituto di Rieducazione minorile “Aristide Gabelli” di Roma, nel lontano 1946, con una prima sfida molto ardua: occuparsi di circa novanta ragazzi di età compresa tra gli nove e i diciassette anni e mezzo, molti dei quali analfabeti. Questa esperienza lo segnò profondamente sul piano pedagogico ma riuscì a realizzare l'impossibile: qui è nato il suo primo libro di successo, Grogh, storia di un castoro.
Il direttore del carcere incoraggiò Manzi anche nel suo progetto di stampare un giornalino che, giorno dopo giorno, diventava sempre più interessante e corposo: venne chiamato «La Tradotta, periodico mensile dei ragazzi del Gabelli» e fu il primo realizzato in un carcere minorile.
L’ opera più famosa di Manzi, pubblicata nel 1955, è Orzowei: storia di un piccolo bianco, rifiutato dai neri presso i quali trascorre i primi anni di vita. Il romanzo vinse il prestigioso premio “Andersen”, venne tradotto in trenta lingue e oggi si colloca fra i classici contemporanei della letteratura per l'infanzia.
Un altra importante esperienza di Alberto Manzi è costituita dai suoi frequenti soggiorni di lavoro nei paesi dell'America Latina divenuti la  “materia prima” di alcuni celebri romanzi: la Luna nelle baracche (1974) e il postumo E venne il sabato (pubblicato nel 2005), che ci restituiscono, come atto d'amore e di accusa, il senso profondo e complesso di quella esperienza.
Ma è grazie alla sua seguitissima trasmissione Non è mai troppo tardi che un milione e quattrocentomila italiani circa poterono conseguire la licenza elementare: il suo insegnamento puntava su una formula semplice ed efficace e un linguaggio chiaro ed essenziale. Aspetto assolutamente innovativo e determinante è stato il target di questo programma televisivo rivolto ad un pubblico adulto, che probabilmente non era mai entrato in una scuola: si trattava dunque di “alunni” con caratteristiche ovviamente molto speciali e sicuramente complesse ed eterogenee. Nel 1994 Alberto Manzi venne eletto Sindaco nella sua città, Pitigliano, dove morì il 4 dicembre del 1997.

Il progetto didattico in biblioteca (a cura di Martina Reggiani)

Il primo obiettivo del progetto è stato quello di fare conoscere e riscoprire la figura del maestro Alberto Manzi a bambini, ragazzi, insegnanti e genitori.
La realizzazione del progetto “Non è mai troppo tardi... per conoscere il Maestro Alberto Manzi” all'interno della Biblioteca dei ragazzi “Adamo Bettini” è stato possibile grazie alla grandissima disponibilità di questo servizio verso tutti i progetti legati alla promozione degli autori e dei libri per ragazzi.
Il primo passo  è stato quello di allestire nell’ingresso della biblioteca una vetrinetta completamente dedicata ai libri e alle opere di Alberto Manzi. Entrando in Biblioteca, i lettori  - genitori e bambini - venivano attratti dalla novità e di conseguenza chiedevano qualche informazione in più.
Successivamente ho organizzato alcuni incontri in cui presentare il lavoro straordinario del maestro e leggere ad alta voce alcune pagine dei suoi libri. Poiché non potevo prevedere il numero di persone presenti e soprattutto l'età dei bambini partecipanti, ho pensato di definire preventivamente tre tracce relative alle possibili fasce d'età:

0- 6 anni: lettura ad alta voce per i bambini più piccoli di testi e brevi storie incentrati sul gioco, sulle parole e sulla tonalità di voce: fattori riconducibili all'educazione attiva promossa e seguita da Alberto Manzi. In seguito mi sono concentrata su quali modalità seguire per poter leggere bene ad alta voce.

7-10 anni: Tupiriglio di Alberto Manzi è perfetto per i bambini di questa età. Tupiriglio è un ragazzino un po' tonto e anche se mette tutto l'impegno possibile, non ce la fa proprio a capire... e quando la mamma gli chiede di cuocere "due ceci", lui ne prepara due di numero, facendola infuriare; quando lei gli dice di dare la mano a qualcuno, Tupiriglio pensa di doversi privare di una delle sue mani...

11- 15 anni e adulti: ho predisposto un fascicolo dedicato alla figura e all’opera di Alberto Manzi, insieme alla bibliografia e all’elenco delle sue trasmissioni televisive e radiofoniche e a tutte le informazioni sulle Mostre e i Convegni a lui dedicati in occasione del 150° dell’Unità d’Italia.

In realtà, il giorno della lettura, ho eseguito tutte e tre le situazioni previste: sono arrivati in Biblioteca sette bambini con i relativi genitori; due fratellini di quattro anni e cinque bambini di età compresa tra i sei e i dieci anni.
Ho letto alcuni brani del libro Tupiriglio, in modo che anche i bambini più piccoli potessero essere in grado di ascoltarmi e capirmi; in effetti credo proprio di aver scelto il testo giusto, infatti dopo pochi istanti di lettura i bambini hanno dimostrato di essere molto interessati a ciò che stavo loro raccontando e divertiti rispetto alla ingenuità del personaggio. Per quanto riguarda la narrazione ho scelto di seguire la linea della “ lettura dialogata”, cioè quel tipo di lettura che tende a coinvolgere in maniera costante e interattiva i bambini, mediante affermazioni e lasciando spazio ai loro interventi, pur dovendo interrompere più volte la lettura. Questa forma di lettura partecipata, pur mantenendo l'attenzione sul testo scritto, si avvicina più alla narrazione e permette di riformulare il racconto al fine di superare le eventuali difficoltà di comprensione.
Conclusa la lettura di Tupiriglio, in Biblioteca erano giunte altre persone, capitate per caso in quel momento e quindi ignare della mia attività. Le ho coinvolte presentando loro il libro forse più famoso di Manzi: Grogh, storia di un castoro. I bambini si sono dimostrati ben presto molto curiosi di conoscere la storia di questo castoro così coraggioso e intraprendente alle prese con una lotta per la sopravvivenza e alcuni piccoli lettori mi hanno chiesto di mostrare loro altri libri che avessero come protagonisti degli animali, meglio se castori!
Così ho integrato il mio progetto di lettura con una ricerca estemporanea nell’Opac ragazzi per verificare i titoli disponibili in biblioteca sull’argomento richiesto; in questo modo oltre ad accontentare le richieste degli utenti ho dimostrato loro che il patrimonio della biblioteca può offrire parecchi punti di vista.

Dopo circa due settimane dall'incontro dedicato dalla Biblioteca dei Ragazzi ad Alberto Manzi si è presentato in biblioteca un bambino di otto anni con un regalo per me. Dopo aver guardato il foglio che mi ha lasciato non ho potuto che emozionarmi e sorridere: il disegno raffigurava Grogh!

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Collegamenti esterni:

  Centro Alberto Manzi

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