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Gli stranieri
Malatestiana

Autore: Armin Greder
Roma, Orecchio acerbo, 2012

Età di lettura: dai 10 anni

Era una terra di sabbia e pietre e poco altro.
Ma era la patria di un popolo.
Su questa terra la gente si occupava
delle proprie capre
e aspettava il maturare delle olive
e la sera i vecchi raccontavano
le loro storie ai giovani,
così che potessero ricordare chi erano.
Un giorno, da una tempesta che infuriava all’orizzonte,
apparvero gli stranieri.
Siamo venuti a riprenderci la nostra terra,
dissero.

Un unico paese per due popoli. Una lotta che non vede punti d’incontro, non vede conciliazione.
La guerra di chi lottava per non perdere la propria terra fu finta da chi lottava per conquistarsi una patria.

Fra la gente, chi non era morto fuggì…
E da qualche parte,
in una terra che non era la sua,
proseguì la propria vita
come poteva.

E poi un muro che li divide. Fino a quando? Fino a quando quel muro diventò la loro prigione.
Un testo breve ma conciso accompagnato da immagini a matita in bianco e nero, appena sfumate di colore, tracciate con un segno non meno essenziale del testo, altrettanto spoglio. Armin Greder pone ciascuno davanti alla realtà che spesso è indifferenza, egoismo, individualismo, possessività. Un libro per tutti coloro che pensano che si è liberi solo se anche gli altri lo sono.

Racconta Armin Greder: “Sono nato nel 1942 in Svizzera, in una piccola città in cui i nomi delle strade sono scritti in tedesco e in francese, e dove non sai quale delle due lingue usare per rivolgerti a chi sta dietro al bancone del negozio. A scuola la mia materia preferita era educazione artistica, fino a quando non hanno cominciato a dirmi come dovevo disegnare. Al secondo posto c’era ginnastica, perché eri autorizzato a gridare giocando a pallone. A scuola nessuno mi ha insegnato a scrivere, ma solo come detestare la grammatica. E la poesia era qualcosa quasi senza senso, di solito era lunga e da imparare a memoria. Solo più tardi, quando ho disimparato abbastanza, ho capito che la lingua non è il suono che fai quando parli, ma qualcosa che rende tangibili i tuoi pensieri. Qualcuno scrive pensando ai lettori che immagina leggeranno il suo libro. Io preferisco scrivere pensando alla storia che deve essere raccontata. A chi si rivolga il libro e a quale fascia d’età è destinato, lascio che lo decida l’editore, e, soprattutto, i lettori. Forse questo è il motivo per cui mi ritrovo a illustrare più libri scritti da altri che non da me. Preferisco lavorare di giorno. La luce è migliore. Sono contro la monocultura. Nelle piante genera infestazioni di insetti, nelle persone genera ignoranza. Quanto più sventolano le bandiere, tanto più temo il patriottismo, perché non è troppo lontano dal nazionalismo. Non ho né un cane, né un gatto. Non ci sono topolini nella mia casa e sono convinto che il miglior amico dell’uomo non sia un cane ma un altro essere umano. Non fumo e preferisco le verdure alla carne, e il vino bianco al rosso.”

Armin Greder è fumettista, graphic designer e illustratore. È emigrato in Australia nel 1971, dove ha insegnato design e illustrazione al Queensland College of Art. Ora vive in Perù. Al suo lavoro sono state dedicate numerose mostre personali e collettive dalla Germania fino al Giappone. Nel 1996, ha ricevuto il Bologna Ragazzi Award e l’ IBBY Honour List con The Great Bear di Libby Gleeson (Scholastic Press). Con Libby Gleeson ha pubblicato anche: Big dog (1991), Sleep time (1993), The princess and the perfect dish (1995)
e An ordinary day (2001). È tradotto in moltissime lingue e ha ricevuto premi in tutto il mondo, fra cui il Goldener Apfel/Golden alla Biennale di Illustrazione di Bratislava del 2003.

Armin in Biblioteca:
La città (Roma, Orecchio acerbo, 2009): Per proteggerlo dalla guerra che le ha portato via il marito, una madre nasconde il proprio amato figlio e se stessa in un luogo isolato, fuori dalla città, ma la morte raggiunge anche lei, vanificando il suo piano.
L'isola (Roma, Orecchio acerbo, 2007): Uno straniero viene trovato sulla spiaggia dagli abitanti di un'isola.

Leggi, se vuoi:

L'isola

 

 

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