Autore: Irène Cohen-Janca
Illustrazioni: Maurizio A. C. Quarello
Roma, Orecchio acerbo, 2012
Età di lettura: dai 12 anni
Questa storia è ambientata a Trieste, la città della bora. “La bora fa paura perché provoca molte catastrofi… dicono anche che la bora può rendere pazzi. Ed è per questo che la regina Maria Teresa d’Austria ha fatto costruire qui, molto tempo fa, il grande ospedale San Giovanni”. È un ospedale molto speciale, dove si cura chi ha male all’anima. Paolo, il figlio della lavandaia, è il protagonista di questo racconto ed è l’unico bambino che vive lì e il suo amico del cuore è Marco, il vecchio cavallo che trasporta “i fagotti di biancheria dell’ospedale e i sacchi dell’immondizia”. Chiuso tra le cancellate invalicabili, il ragazzo trascorre i suoi pomeriggi insieme con l’uomo-trottola, “che passa il suo tempo a ruotare. Sempre nel senso delle lancette dell’orologio”; la donna scalza “d’estate come d’inverno”; l’uomo albero che “non lascia mai il parco, perché è lì che c’è la sua famiglia”… Fino al giorno in cui un nuovo dottore, ostinato come il vento e matto da legare, decide di slegare tutti i malati e abbattere quelle cancellate. Si chiama Franco Basaglia. |