Biblioteca Ragazzi
Facebook
 
Opac ragazzi
Cataloghi
+  informazioni
 
  Biblioteca Ragazzi Adamo Bettini
Biblioteca Malatestiana
 

cerca
   
Comune di Cesena
Comune di Cesena
proposte di lettura
proposte di lettura
proposte di lettura
proposte di lettura
proposte di lettura
proposte di lettura
proposte di lettura
proposte di lettura
Rino Albertarelli
Malatestiana

Centenari: 1908-2008
Rino Albertarelli. Un cesenate tra le nuovole.

Rino Albertarelli, uno dei più importanti “fumettisti” italiani, nacque a Cesena l'8 giugno 1908. Per le difficoltà economiche della famiglia dovette abbandonare gli studi e cominciare a lavorare giovanissimo. Nel 1928 si stabilì a Milano, riuscendo a far pubblicare alcuni suoi disegni sul «Balilla» dove conobbe Antonio Rubino. Collaborò poi con le testate dell'editore Boschi,  «Viaggi e Avventure» e con «Il Cartoccino dei Piccoli», del quale divenne direttore dal 1933 al 1935.?Cominciò la sua vera e propria produzione a fumetti soltanto nel 1936 con I pirati del Pacifico su «Argentovivo» e Capitan Fortuna e Big Bill su «L'Audace». Passato alle testate del gruppo Mondadori nell'anno successivo, diede vita a numerosi characters, come “Kit Carson” l'Indiano Bianco ospitato su «Topolino» e così chiamato per aver rappresentato il West dalla parte dei pellerossa. Questo personaggio si distaccava dalla tipologia tradizionale, Albertarelli infatti tratteggiò un eroe vecchio e stanco e ricco di umanità, che fa della esperienza e della  maturità il suo punto di forza. 
È proprio il Kit Carson di Rino Albertarelli ad inaugurare nel 1937 la tradizione degli eroi della frontiera creati in Italia, che ben presto porteranno alla nascita del Tex di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini, di personaggi come Pecos Bill, Il Piccolo sceriffo, il Grande Blek, fino al Ken Parker di Berardi e Milazzo e che vantavano antenati prestigiosi nel ciclo western di Emilio Salgari.
Per uno strano scherzo del destino, l'eroe che portò nell'immaginario dei ragazzi italiani l'universo incantato della Frontiera americana non era un giovanotto esuberante e adrenalinico, ma un attempato signore, visibilmente passato attraverso mille vicissitudini, un reduce, ma forse sarebbe meglio dire un sopravvissuto, che sembrava sempre sul punto di appendere la pistola al chiodo. Del personaggio realmente esistito da cui prese il nome, avrebbe ammesso Rino Albertarelli parecchi anni dopo, il suo Kit Carson non era che un figlio indiretto: "Ne avevo trovato il nome in un libro dello storico Truslow Adams, dove imparai che era stato un famoso cacciatore di pellicce e la guida di John Charles Frémont, nelle sue esplorazioni oltre le Montagne Rocciose e nella conquista della California. Mi bastò e non mi persi a cercare altro. Quello che mi piaceva era il nome, tre sillabe in tutto, con l'accento forte su quella centrale: un nome ideale da eroe fumettistico, come Flash Gordon o Dick Tracy. Soltanto dopo la guerra mi venne la curiosità di sapere chi fosse realmente Kit Carson…"
Da questa ricerca, protrattasi per interi decenni, Albertarelli sarebbe uscito con un bagaglio di conoscenze e di documentazione che ne avrebbe fatto un attento e informatissimo studioso del Far West… (cfr. Le frontiere di carta. Piccola storia del western a fumetti). 
Su numeri speciali della rivista «Audace» Rino Albertarelli diede vita a molti altri personaggi che sono entrati a buon diritto nella storia del fumetto italiano. Tra questi va ricordato senz’altro Capitan Fortuna. 
Si trattava di una saga vera e propria, di stampo salgariano, con tinte romantiche, ma con un autentico sapore di avventura nelle vignette. Il protagonista, Capitan Fortuna, valente marinaio italiano, è il comandante del vascello “La Pellegrina”. Lo affiancano l'anziano Pappafico e il giovane Trinchetto, mentre il cattivo della vicenda è il perfido pirata England. Ad aggiungere un tocco romantico alla storia, provvede la dolce, ma non indifesa, Morena. Ambientata nel Diciassettesimo secolo, questa saga si svolge in ambienti esotici, senza risparmiare colpi di scena e visioni apocalittiche (memorabile il cataclisma che, nel primo episodio, distrugge un'intera isola).
Tra le altre importanti collaborazioni di Rino Albertarelli ricordiamo quelle con diversi periodici satirici: «Bertoldo», «Marc'Aurelio», «Le Grandi Firme» del periodo zavattiniano (dove, a parte le illustrazioni, subentra a Boccasile, negli ultimi numeri, anche nella realizzazione della "striscia" a fumetti della Signorina Grandi Firme). ?Nel dopoguerra, dopo una parentesi teatrale con Peppino De Filippo, riprese la matita per il settimanale «Salgari». Dall'inizio degli anni Cinquanta Rino Albertarelli si dedicò per oltre vent'anni esclusivamente all'illustrazione: collaborò saltuariamente alla creazione delle tavole per la «Domenica del Corriere», ma furono particolarmente apprezzate e più volte ristampate le illustrazioni per i libri di letteratura per ragazzi dell'Editrice Carroccio di Milano.?Nel 1965 fu tra i fondatori del “Salone internazionale del fumetto” che si inaugurò a Bordighera e, dall'anno successivo, venne riproposto a Lucca. Nel 1973 tornò al fumetto con «I protagonisti», una collana dell'editore Bonelli che presentava documentate e minuziose biografie degli eroi del West, interrotta dalla sua morte improvvisa, avvenuta a Milano il 21 settembre 1974.

Malatestiana
Malatestiana
Malatestiana
Malatestiana
Malatestiana
‹  indietro
condividi   condividi
   
   
torna in alto Top
 
links              copyright              statistiche
  Valid XHTML 1.0 Transitional CSS Valido! © Istituzione Biblioteca Malatestiana / p.iva 00143280402