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La lettura di Natale è… Lo Schiaccianoci
Malatestiana

Caratterizzato da un’atmosfera dolce e inquietante insieme, da un’attesa di eventi meravigliosi ma anche paurosi, dall’incomponibile dissidio tra realtà e favola, tra l’io e il mondo, tra il giorno e la notte, questo racconto ha un fascino davvero speciale ed ha ispirato il balletto di Natale per eccellenza: Lo Schiaccianoci.
Scritto da Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, venne pubblicato a Berlino nel 1816. Nel 1838 fu tradotto in francese e nel 1844 Alexandre Dumas lo “reinterpretò” limandone gli aspetti più inquietanti. La sua versione resterà a lungo la più conosciuta e ispirerà il celebre musicista russo Chaikovskij e il coreografo Marius Pepita nella stesura del libretto teatrale in due atti e tre scene per il balletto che debuttò al teatro Marijnsky di San Pietroburgo nel novembre del 1892.
Ma è il racconto originale che “risponde a una domanda che noi adulti ci dobbiamo porre anche oggi: cosa accade, davvero, quando i bambini entrano in contatto con oggetti, figure, nomi, comportamenti, cose di un universo preparato per loro usando codici che derivano tutti dal mondo adulto? Hoffmann ci dice che i burattini, le marionette, i pupazzi delle pasticcerie più celebri, fatti con il miele, i soldatini, le bambole, per noi appartengono al repertorio delle finzioni, mentre per i bambini sono in bilico fra bugia e verità. E poi i bambini hanno tanti argomenti di cui non riescono a parlare con gli adulti: le loro paure, i loro sogni che spesso si mescolano con accadimenti reali, tanti aspetti ansiogeni e contrastanti di un mondo che spaventa perché non sembra possedere una intera coerenza. Hoffmann sa compiere il miracolo che consiste nel calarsi interamente proprio nell’universo di simboli, di metafore, di ansie, di inquietudini che è proprio dei bambini. I favolosi giocattoli di Norimberga accoglievano in sé e nel proprio mondo, le contraddizioni presenti nei sogni, nascosti e palesi, dei bambini. In Schiaccianoci e il re dei topi c’è proprio tutto: c’è quella sottile ansia di chi vede gli adulti come benefattori, ma anche come orchi, c’è il sospetto mai dichiarato di non essere capiti, forse perfino di non essere amati, c’è il contrasto tra una dimensione diurna e una notturna, così avvertito dall’infanzia. Poi c’è la valorizzazione piena, senza imbarazzi, senza censura, senza stupide mediazioni, della Fiaba, di quella sapiente e misteriosa, pur sempre indispensabile. Hoffmann e la Fiaba si assomigliano intimamente: non temono gli eccessi, non amano le mediazioni, non pensano a un mondo ordinato, omologato, uguale, ricomposto. Accettano il bizzarro, anzi lo amano, e catturano l’Ombra, il Doppio, lo Strano, perché sanno che la vita è proprio fatta di queste saltellanti atmosfere dove un pupazzo schiaccianoci perde qualche dente proprio perché schiaccia le noci”. (Dalla Postfazione di Antonio Faeti in E.T.A.Hoffmann, Schiaccianoci e il Re dei topi, Fabbri, 1986)

Nello Scaffale di Natale della Biblioteca ragazzi, oltre a varie edizioni del testo originale, trovano posto numerose rivisitazioni e adattamenti arricchiti dalle illustrazioni di autori prestigiosi: Roberto Innocenti, Lisbeth Zwerger, Scott Gustafson… I lettori della biblioteca possono inoltre divertirsi a sfogliarne le varie versioni pop-up, di grande effetto scenico, o ascoltare il cd che accompagna l’edizione di Vivian Lamarque. Una delle pubblicazioni più suggestive resta tuttavia quella di Maurice Sendak, che è stato anche lo scenografo del balletto dello Schiaccianoci della compagnia americana Pacific Northwest Ballet. Per l’edizione in volume scrive l’autore: “le immagini qui presentate sono composte di due diverse entità: i bozzetti per i costumi della versione scenica e le illustrazioni che ho creato ex novo, specificamente per il racconto. Spero di aver reso comunque giustizia a Hoffmann e, soprattutto, di non aver tradito lo spirito matto di questa matta storia” (Maurice Sendak, 1984).

Ho un regalo speciale per te..." disse l'uomo vestito di nero alla bimba,dandole in mano un brutto pupazzo di legno con la bocca piena di grossi denti in fuori. Ma a Clara piacque tantissimo e fece capire all'uomo che lo trovava alquanto buffo e divertente. "Sono contento che ti piaccia, ma guardalo bene, esso ha una dote particolare". Subito l'uomo prese in mano una noce, la infilò nella bocca del pupazzo ed i grossi denti la spaccarono in due pezzi. Fu proprio in quel momento che Franz, fratello minore di Clara, si ingelosì a tal punto da strappare dalle mani della sorella lo Schiaccianoci, gettandolo per terra e calpestandolo… Questo è un brano dello Schiaccianoci davvero pieno di suspence!
Ma i pomeriggi e le sere buie e fredde di dicembre, in attesa che arrivi la festa più bella dell’anno, sono l’ideale per ascoltare tantissimi altri racconti pieni di incanto e di magia. 
Perciò ai bimbi che dicono
leggimi nuove storie di Natale
e qualche poesia… molto speciale!
La Biblioteca dedica la sua proposta di lettura ...

 

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